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Cava Santa Domenica

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Quasi un anno di ritardo sul fatto storico, che è la visita nel settembre scorso a due care amiche ragusane, che mi hanno fatto assaggiare un altro corno della bellissima Sicilia che inizio a scrivere e già mi viene voglia di tornare; quasi un anno e un articolo così breve, oggi faccio il fotoreporter d’assalto.

Non divago: al centro di Ragusa superiore, distinta dalla parte più antica chiamata Ibla, sta un vallone che ha obbligato i Ragusani a collegare con tre ponti il quartiere storico, di chiese e palazzi, con le più recenti costruzioni.

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Sviluppo urbanistico di Ragusa: dal nucleo di Ragusa Ibla (giallo), si sviluppa dopo il terremoto del 1693 la parte superiore (verde); con la costruzione del primo ponte, la città si sviluppa (rosa) oltre il vallone della Cava Santa Domenica.

Per dire ciò che questo articolo non è, vi rassicuro che non racconterò i miei cammini casuali per la città, ma solo di uno di questi, l’ultimo, che inizia con un divieto di accesso.

ingresso

Come il sito del Comune di Ragusa spiega, questo vallone era in passato luogo di scavi per ottenere calce e di coltivazioni, per il fiume che vi scorre. Pochi anni fa sono state considerate e realizzate proposte per rivalutare questo terreno, che divenne parco negli anni scorsi, al momento della mia visita era indicato come inagibile1, presumo per il degrado della scalinata che conduce in basso, effettivamente non agevole da percorrere.

Appena scesi, ci si ritrova a destra la vecchia cava, a sinistra un fiumiciattolo e davanti, lunari nel loro abbandono, distese di argilla di quella da vasi, che vedete nella foto in cima; andando avanti vecchi silos scavati nella roccia, un giardinetto, una proprietà privata con tanto di coltivazione di zucche e infine un portone d’uscita (chiuso, per cui ho dovuto tornare indietro). Non ricordo perché manchi la foto dei ponti di Ragusa visti da sotto, ma assicuro che era una vista interessante.

giardino

Perché dunque questo articolo? Anche se pare essersi risvegliato l’interesse per la sua rivalutazione, mi ha colpito che esistesse un parco considerato inagibile, eppure in così buono stato; perciò prendetelo come un invito a non fermarsi di fronte a un simile cartello di divieto2 e ad agire perché tale cartello divenga inutile. Inoltre, passaste per Ragusa, sapete dove andare per un fuori rotta; anche se sono sicuro che le occasioni non mancano in qualunque luogo d’Italia.

cascata

Ho quasi finito, dato che sostanzialmente sono le fotografie quello che volevo mostrare; aggiungo solo che entrare in un luogo e vietato e sconosciuto ha, ammetto da persona poco propensa al pericolo, il suo fascino, soprattutto per la solitudine sperimentata pur in mezzo alla città. Ammetto anche che non sono entrato più di tanto nelle vecchie cave, per le propensioni di cui sopra, il che vi spiegherà forse perché la seguente foto è la più mossa.

grotta

Però non pensiate che Ragusa contenga solo questo di interessante, anzi per non farmi sgridare dalle mie amiche vi piazzo direttamente qui un paio di foto che lo provano.


Questo è quanto. Se vi è piaciuto qualcosa del lampante esempio dell’applicabilità delle linee di fuga dell’immagine di apertura, della gif offerta da Wikipedia, del mistero di un giardino proibito o delle foto di Ragusa che sono un vincere facile, dimostratelo come più vi si confà in questa grande rete telematica. Vi do intanto appuntamento al prossimo articolo, che potrete vedere appropinquarsi grazie alle meraviglie tecnologiche ben spiegate nella pagina dei contatti.


  1. Nell’agosto 2012 il progetto era pronto, e nel 2015 erano già conclusi. È ora in progetto far passare il servizio di trasporto urbano per la vallata.

  2. OVVIAMENTE non sto suggerendo di infilarsi dietro a qualunque cartello di divieto: in questo caso ero convinto di quel che stavo facendo, sicuro del grado di difficoltà nello scendere e ho evitato i luoghi che potessero in effetti essere pericolosi. Solo per chiarezza.